Onnivori consapevoli
Una volta ho letto che un uomo oggi ha a disposizione sulla pagina di un magazine più informazioni di quelle che un uomo dell’ 800 poteva averne nel corso della sua vita. Non so quanto questa affermazione possa essere vera, ma sono sicura di una cosa: il nostro cervello non si è ancora evoluto a sufficienza per riuscire a gestire tutte le informazioni con cui veniamo in contatto. Anche perché, spesso ce lo dimentichiamo, siamo ancora animali: quindi il nostro cervello si ricorda (quasi) solo le informazioni che ritiene fondamentali o comunque importanti, variando in base al tempo, al luogo e alla situazione.
Questa premessa per dire che l’interesse e la sperimentazione per l’alimentazione e la cucina di onnivori consapevoli sono, secondo me, un percorso che si intraprende quando ci sono particolari condizioni che lo incoraggiano e lo stimolano, che possono essere positive (la creatività e la voglia di imparare) che negative (il desiderio di ristabilire un equilibrio psicofisico o la necessità di cambiare stile di alimentazione per motivi di salute). Quale che ne sia il motivo, ognuno fa un percorso che è solo suo, ma che può sempre aprirsi a nuove scoperte, e che per fortuna sfocia quasi sempre in qualcosa di positivo.
Per questo volevo mettere in chiaro che i piccoli consigli che posso dare in questo blog non sono che la punta dell’iceberg di quello che ho letto, studiato, imparato o approfondito: incoraggio ciascuno a fare altrettanto con tutti gli strumenti che il mondo dell’informazione ci mette oggi a disposizione. Possibilmente con rigore scientifico: chi millanta scoperte miracolose o nuove diete, dovrebbe quantomeno citare la fonte. Il mio consiglio è di non assumere informazioni predigerite e ricordarsi che la scienza procede per verifiche ed errori (non se ne può più dei claims: il vino fa bene/non fa bene; l’olio d’oliva fa bene/ non fa bene tout court).
Ho inventato la definizione di “onnivori consapevoli” perché sono convinta che onnivoro nella pancia corrisponda ad una buona apertura mentale nella testa; consapevoli perché sapere scegliere è un potere e un dovere che abbiamo oggi. Io per questo ho scelto di mangiare di tutto, ma solo di qualità, aiutando anche il tessuto economico italiano, quello di eccellenza, concedendomi poche uova (praticamente solo per i dolci), latticini, carne o affettati, ma facendolo con prodotti locali, magari allevati da persone conosciute e controllate quasi “personalmente” dal GAS di cui faccio parte.
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